Il disturbo specifico di linguaggio semantico-lessicale: quali strategie?

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Il disturbo specifico di linguaggio semantico-lessicale: quali strategie?
di Claudia Liuzzi 

Spesso si pensa che il linguaggio corrisponda semplicemente ad un “dare etichette” agli oggetti e alle azioni. 

Il linguaggio è una corrispondenza di immagini mentali con distintivi tratti non solo fonologici, ma anche concettuali che sono connessi fra loro come una rete. Quanto più la rete concettuale è ricca di informazioni, tanto più il linguaggio sarà complesso.

La semantica e il lessico sono componenti fondamentali del linguaggio, essenziali per la produzione, comprensione e organizzazione del linguaggio verbale e del pensiero. La competenza lessicale permette di apprendere e distinguere singole parole. La competenza semantica ci permette di arrivare al vero significato del linguaggio: categorizzare, concettualizzare e permette di fare rappresentazioni mentali adeguate e contestualizzate.

Pensiamo ad un bambino con un disturbo specifico di linguaggio semantico-lessicale e alle sue difficoltà. Come possiamo intervenire? 

Sicuramente è opportuno procedere con un lavoro di potenziamento della capacità di categorizzazione e di stimolazione lessicale mirato al raggiungimento di piccoli obiettivi di sviluppo del sistema semantico-lessicale. 

Ma le difficoltà più grandi si riscontrano quando i bambini si confrontano con il mondo della scuola, che ormai tende ad usare termini sempre più specifici. 

Quando i bambini cominciano a studiare le materie orali la richiesta da parte della scuola è di ricordare contenuti, memorizzare date e nomi e al tempo stesso pianificare ed organizzare un discorso che abbia un senso logico. 

Ma il lessico specifico lo ritroviamo anche nelle materie scritte. Pensiamo alla matematica e alla geometria che utilizzano parole come “somma”, “quoziente”, “addendo”, “prodotto”, “perimetro”, “quadrilatero”… ma non solo! Quante discipline utilizzano anche una quantità enorme di simboli che spesso hanno più significati.

Come fare allora?

Partire da un approccio metacognitivo di riflessione sulla strategia utilizzata può essere un buon punto di inizio. Una buona strategia è quella di esplicitare con il bambino come si è arrivati a quel punto e scomporre l’esercizio in piccole parti per diminuire il carico di lavoro e non arrivare al sovraccarico. Le tabelle con formule e legende di “traduzione” dei significati dei vari simboli, permettono una maggiore comprensione e risoluzione dei quesiti matematici e geometrici. 

Inoltre l’utilizzo di mappe cognitive permette al bambino di poter accedere al lessico con più facilità, soprattutto se la mappa ha contenuti visivi (immagini, icone, colori ecc.) e garantisce una migliore pianificazione e organizzazione del discorso orale. Infatti la mappa può essere utilizzata in varie forme e nelle diverse fasi dello studio (approccio, elaborazione, ripetizione). L’uso della mappa ha ottime ricadute negli apprendimenti e più in generale sulla qualità della vita scolastica di tanti studenti che presentano delle difficoltà semantico-lessicali. 

Trovare strumenti e strategie che garantiscono un successo formativo è dare le stesse opportunità a tutti i ragazzini di poter star bene, anche a scuola. 

“Quando faccio un verifica mi sento dentro un leone”
Giulia, 11 anni

Suggerimento Bibliografico: Sviluppare le competenze semantico-lessicali. Attività per il potenziamento del linguaggio di Elena Freccero e Emma Perrotta – Erikson Edizioni 

 



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